Notule
(A cura di
LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE E
NOTIZIE - Anno XVII – 24 ottobre 2020.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la
sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici
selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]
La
dipendenza da cocaina è generata e mantenuta dall’ipometilazione di IRX2. Il
rapporto fra la dipendenza cronica da cocaina e le modificazioni molecolari che
si registrano nei circuiti del sistema a ricompensa è mediato da meccanismi
epigenetici, come quelli che implicano la metilazione del DNA; tali processi
nel cervello umano sono ancora poco noti. Kathryn Vaillancourt e numerosi
colleghi hanno usato il metodo RRBS per generare un profilo esteso all’intero
metiloma della dipendenza da cocaina nel tessuto del nucleo caudato
ottenuto mediante prelievi post-mortem da cervelli umani. I ricercatori
si sono particolarmente concentrati sul blocco di geni homeobox IRXA
(Iroquois Homeobox A) nei quali l’ipometilazione nell’esone 3 di
IRX2 nei nuclei neuronici era associato alla dipendenza da cocaina.
I ricercatori hanno poi replicato gli esperimenti in una coorte indipendente,
trovando risultati simili nello striato dorsale di topi che si
autosomministravano cocaina. Usando l’editing epigenomico e saggi 3C, i
ricercatori hanno dimostrato un rapporto causale tra la metilazione all’interno
del corpo dei geni IRX2, il legame della proteina CRCF, l’interazione 3D
della cromatina e l’espressione genica.
Nell’insieme, questi
risultati indicano che l’ipometilazione di IRX2 contribuisce allo
sviluppo e al mantenimento della dipendenza da cocaina attraverso alterazioni
nella struttura tridimensionale della cromatina nel nucleo caudato. [Vaillancourt K., et al. Molecular Psychiatry –
AOP doi: 10.1038/s41380-020-00909-x, 2020].
Variante
genetica protettiva per l’Alzheimer promuove funzioni immunitarie. La
variante genetica PLCG2-P522R, che è risultata in grado di proteggere dalla neurodegenerazione
alzheimeriana, stimola funzioni chiave delle cellule immunitarie. Uno studio dell’Università
della Finlandia Orientale, condotto in collaborazione con l’istituto tedesco
DZNE, ha indagato questa variante genica specificamente espressa nella
microglia e, evidenziando i processi immunitari che promuove, indica una via
per la ricerca di nuove strategie per la prevenzione della malattia di
Alzheimer. [Takalo M., et al. Molecular Neurodegeneration
15, 52, 2020].
Violenza sulle
donne in età giovanile: uno studio multinazionale per la prevenzione. Salazar
e colleghi di Svezia, Israele, Irlanda e Spagna riportano in un primo articolo
riassuntivo gli esiti di un progetto che saranno proposti mediante pubblicazioni
specialistiche (peer-reviewed publications), presentazioni a conferenze
internazionali, incontri con valenza socio-politica, servizi giornalistici per tutti
i media, oltre che all’hub online del progetto stesso. Lo studio
prende le mosse da una constatazione: in tutto il mondo, nonostante i rigorosi regolamenti
adottati nelle realtà lavorative pubbliche e private e, soprattutto, i
cambiamenti legislativi volti a tutelare le donne da ogni forma di violenza,
sopraffazione e danno da parte degli uomini, le cose non migliorano e le
violenze si registrano in età più precoce. Il lavoro del progetto è stato
articolato in quattro punti, tre dei quali volti all’analisi delle cause nella
popolazione giovanile (18-24) dei quattro paesi europei, e il quarto
consistente nello sviluppo di azioni e linee-guida per supportare gli
interventi contro la violenza maschile.
Il lavoro, senz’altro lodevole
e meritorio sul piano dell’impegno e della sensibilizzazione, registra un’apparente
impotenza delle società attuali, occidentali e orientali, nell’affrontare
questo problema, cadendo poi nello stesso errore della politica: ignorare che l’origine
del problema è in un grave deficit culturale costituito dalla mancanza di
formazione delle coscienze.
L’uso di un paradigma femminista
di oltre mezzo secolo fa, che assomiglia più alla razionalizzazione del
sessismo degli adolescenti immaturi vissuti in quartieri disagiati delle grandi
metropoli che a uno strumento sociologico che possa avere reale incidenza
antropologica, è sicuramente un grande limite. Il problema è che proprio la “guerra
tra sessi” deve essere bandita e non può far parte di una civiltà evoluta: non
si può sperare di educare dei giovani che esprimono la loro rozzezza e violenza
bestiale sulle donne ponendosi come leader di una fazione opposta.
La questione non può essere ridotta
al mero comportamento, fingendo di presumere che vivere in un ambiente
familiare e sociale barbaro, in cui si è indotti a considerare strumentalmente
l’altro, equivalga al ricevere una formazione etica e spirituale al rispetto
delle persone in generale e delle donne in particolare, a cominciare da quelle
della propria famiglia. È in questione l’abbandono del paradigma
giudaico-cristiano della civiltà dell’amore che rifiuta ogni forma di violenza,
senza la sostituzione con un paradigma etico che preveda il rispetto dell’altro
al disopra di ogni istinto o interesse: la violenza è da bandire e condannare
sempre, senza appello, e la violenza sulle donne costituisce un’aggravante che,
nella migliore tradizione pedagogica e nella visione culturale prevalente dal Medioevo
alla fine dell’Ottocento, rappresentava una macchia indelebile sull’identità di
chi se ne fosse reso responsabile: privava dei requisiti di dignità e rispettabilità
necessari a una persona di sesso maschile per poter essere considerato “un uomo”.
[Cfr. Salazar M., et al., British Medical Journal – AOP doi: 10.1136/bmjopen-2020-038797,
2020].
Coronavirus:
ringraziamo quanti hanno apprezzato i nostri contributi. Questa settimana,
per non ripeterci, segnaliamo soltanto il perseverare diabolico – secondo l’adagio:
errare è umano, perseverare diabolico – della Azzolina nel voler
tenere aperte le scuole di istruzione primaria.
Il dato epidemiologico della
Campania è molto indicativo: dalla riapertura delle scuole per tutte le fasce
di età, di scolari e studenti, si è avuto un aumento dei contagi di 9 volte; in
particolare, nella fascia di età da 6 a 10 anni, si è passati dai 56 contagi di
fine settembre ai 486 di oggi.
Si andrà a un lock down
forzato, indotto dalla difficoltà di fare fronte all’ondata di pazienti, spesso
gravi, che sta portando al collasso il sistema sanitario in molte regioni. Avevamo
previsto tutto: dandoci ascolto si sarebbe potuto agire tempestivamente, a
settembre, prima che la moltiplicazione dei contagi raggiungesse queste
proporzioni!
Notule
BM&L-24 ottobre 2020